Cristina Sammarco

Il quadro del cuore

Ti racconto il mio quadro del cuore, lo chiamo così non a caso e fra poco capirai il perché…

Il luogo che lo ha ispirato è il mare delle calette de Le Sprizze fra Marciana marina e Procchio, all ’Isola d’Elba.

Qui il tempo sembra essersi fermato… È un luogo che frequento fin da piccola, conosco a memoria ogni scoglio ed alcuni di questi sono collegati a ricordi.

Qui infatti ho passato la mia infanzia e adolescenza, non solo durante le vacanze estive con la mia famiglia, ma in ogni momento dell’anno ci fosse stata l’occasione per fuggire da Milano verso l’isola.

 

Da anni come artista visiva concentro la mia ricerca sulla creazione di un mare interiore che in modo sensibile intercetti le sensazioni a contatto con la natura e rispecchi le emozioni umane, dando al contempo visibilità alla Bellezza e alla Fragilità del Mare, con l’obbiettivo di sensibilizzare le coscienze da un punto di vista ambientale.
 

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Ora potrai intuire come raccontare questo posto in un’opera voleva per me dire davvero creare un mare interno, un mare che riassumesse tutti i moti dell’anima e quella varietà di emozioni che solo l’infanzia e l’adolescenza hanno.

 

Solo che se avessi dovuto immaginarmi un quadro così sarebbe stato in movimento e non fermo.
Riuscire a dare l’idea del movimento attraverso il mare era dunque il mio obiettivo, ma come potevo fare?

Il mare in movimento

Per creare questo quadro, sono stata per un bel po’ di tempo a fare prove su prove ed ero sempre insoddisfatta davanti alla tela.
Poi una sera, sconfortata, ho alzato il volume della musica che stavo ascoltando e senza più prestare attenzione al quadro ho iniziato a ballarci intorno, “graffiando” la tela con i pennarelli, le matite, l’ uniposca, le tempere, come la danza di uno sciamano.

Gradualmente comparivano i colori del mare…e la sua forma sfuggente.

Capii meglio in quel momento la preziosità del lavoro dell’artista americano Jackson Pollock e le sue conseguenze per la storia dell’Arte. Lui infatti fece della gestualità il centro della sua arte, instaurando un vero e proprio corpo a corpo con la tela.

Non saprei dire quanto tempo sia passato, ma il risultato è stato per me sorprendente.

Era comunque un mare, forse non proprio nel senso canonico del termine, ma l’immagine che avevo davanti richiamava a me la sensazione precisa del mare.

Dopo quella volta non avrei più dipinto nello stesso modo… Si era liberata una possibilità diversa di pittura per me.

Essere un artista che fa questo di professione significa anche confrontarsi con il valore della propria opera.

Infatti, mettere in vendita un lavoro significa oltre all’aspetto economico, condividere e far circolare un frammento di ricerca.

Ti confesso che in questo caso per me si trattava di un frammento prezioso, ma era giusto che il lavoro prendesse il largo, anche se a malincuore…

…per uno strano caso (ma niente per caso) chi l’ha comprato anni fa è il mio futuro marito e “Portale n.14 è appeso in casa nostra…

Direi che tutti gli effetti è stato un quadro, anzi “il” quadro del cuore che mi ha cambiato la vita e continua ad affiancarmi nel viaggio

Il quadro “Portale n.14” ambientato in casa

Ho cercato di vincere la timidezza e ho provato a raccontarti questa storia in un video..

Se vuoi saperne di più dalla mia voce, puoi vederlo qui:

 

Spero di averti portato per un attimo in questo luogo magico sull’isola.

Se vuoi vedere altre storie puoi trovarle sul mio canale Youtube.

A presto… e buon vento.

 

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